Recensione della critica letteraria Lucia Accoto de' Il Palazzo delle Ombre
Nulla è come appare. Le cose cambiano. Si trasformano anche a seconda degli stati d’animo e della prospettiva che si sceglie di prendere in talune circostanze. Ciò che si presenta in un modo potrebbe raccontare altro, se nasconde più cose di quanto non si possa immaginare. Eppure, sfugge sempre qualcosa che non riesci a far quadrare bene. Ostinarsi a cercare la parte giusta, dritta o chiara, è un cruccio dei più caparbi. E non è detto che si riesca nell’impresa. La testardaggine c’entra poco o nulla quando certe situazioni non hanno una spiegazione logica. Sembrano evanescenti, fatte d’aria e mosse da aliti incorporei. Pensi di essere finito in una bolla di diafani concetti perché neanche i pensieri trovano una via che possa fare strada nelle loro articolate composizioni di idee, di supposizioni, di ipotesi. La suggestione la fa da padrona. Crederci o no è una questione individuale. Dipende dal proprio vissuto, da quello che uno sente, dalla propria cultura, da una serie di input o slanci che in un dato momento possono indicare qualcosa che appare in un modo ma che si rivela tutt’altro. Il mistero si respira, difficilmente lo si può spiegare. In Il Palazzo delle ombre di Svevo Ruggeri entri in circostanze indefinite, ma che portano a fatti concreti, forti e tragici. A Roma, lungo il fossato di Castel Sant’Angelo, viene trovato il cadavere di una donna. Dopo tre giorni, nello stesso posto, viene rinvenuto quello di un uomo. Entrambi sono stati uccisi nello stesso modo. Il mistero solletica un altro segreto che coinvolge Norman Lanzaldi che eredita da suo zio una ingente somma di denaro e un antico palazzo nel cuore della città. Le cose cambiano, la casa anche, sino ad entrare in una situazione paranormale. Il romanzo è efficace. La storia è ben strutturata e sviluppata. La personalità dei personaggi è precisa, approfondita, ma lascia anche traccia di un mistero che il lettore vorrebbe capire. La scrittura è appropriata. E’ come il canto delle sirene, conquista.
​
Lucia Accoto